La lettera del mese
Raffaele Addamiano coglie sempre il momento giusto per..ricordare.
Sulle orme delle truppe Italiane.
Con sincero orgoglio e con profondo senso di appartenenza ad una comunità libera da cento anni lo scrivente, insieme ad altri due Consiglieri Comunali, unici, a quanto consta, presenti alle toccanti cerimonie celebrative del ritorno di Belluno all’Italia dello scorso fine settimana, desidera pubblicamente ringraziare il Presidente del Consiglio Comunale di Belluno, avvocato Francesco Rasera Berna, per aver così ben organizzato una due giorni ricchissima di sentimenti, di partecipazione di popolo e di riflessioni sul valore del sacrificio di quanti combatterono durante la Grande Guerra. Senza retorica, senza afflati bellicisti, ma con grande umanità mista ad un sentire equilibrato e trasversale delle Istituzioni, sabato 27 ottobre e domenica 28 ottobre verranno ricordati, a mio avviso, come dei momenti fondamentali della vita cittadina ai fini di una memoria condivisa, al di là di qualunque steccato ideologico. Prova ne è che tre esponenti dell’opposizione comunale avvertono qui il bisogno di rendere pubblico il plauso ad un membro della maggioranza perché su certi temi della Storia, quella con la esse maiuscola, non ci si divide e si marcia, nel senso letterale del termine, sotto la pioggia battente per rammentare a tutti che Belluno e l’Italia erano e sono troppo importanti per essere terreno di scontro fazioso e di parte. Chi, come me, c’era, potrà, dunque, dire che tanto i Bersaglieri, quanto gli Alpini, quanto i loro muli, autentico esempio di abnegazione e fatica, hanno reso esemplare il messaggio che è dovere di ciascuno, ieri come oggi, quello di vivere e lottare per un ideale alto di Patria che guardi nel 2018 all’Europa ed alla Pace, senza dimenticare, però, gli orrori del conflitto del 1915-1918 e a cosa portò quella che il Sommo Pontefice dell’epoca definì l’inutile strage. Forse, il simbolo più toccante di tutto ciò è rappresentato dal mazzo di fiori gettato nel Piave, quello della famosissima canzone del 24 maggio, che nella piena di queste ore è rimasto a galla gli istanti necessari per far vedere a tutti noi che esattamente cento anni fa Belluno e i Bellunesi, dopo i tragici giorni dell’an de la fam, avevano finalmente di nuovo scoperto il sapore della speranza e della libertà. In conclusione, grazie Signor Presidente, grazie a tutti coloro i quali hanno contribuito alla splendida riuscita dell’evento, nient’affatto rovinato dal maltempo, anzi reso, per certi versi, quasi eroico, di necessità ricordando alfine che “Chi per la patria muor vissuto è assai.”.
Viva Belluno! Viva l’Italia!
Raffaele Addamiano