Presepe 2018

E’ passata anche l’Epifania che tutte le feste si è portata via!

Il presepe della Galleria Rizet di Arsiè chiude i battenti. Chiude con un bilancio positivo, molti i visitatori e molti gli apprezzamenti.

Pubblico alcuni commenti per condividere questa bella esperienza,

 

 

 

Dopo 37 anni..

Finalmente!

 

La fine di un’ingiustizia.

Il recente arresto del terrorista dei PAC Cesare Battisti con il suo successivo corollario di dibattiti e di polemiche merita, ad avviso di chi scrive, almeno tre riflessioni tra loro collegate.

La prima di esse è di natura strettamente giuridica. Dopo oltre 37 anni di latitanza del reo è possibile affermare che finalmente Giustizia è stata fatta e ciò nel senso che si è data concreta applicazione al principio della certezza della pena comminata a suo tempo da Corti di uno Stato democratico di diritto a seguito di regolari processi. Dunque, grazie all’encomiabile lavoro delle nostre Forze dell’Ordine svolto d’intesa con le autorità diplomatiche, giudiziarie e politiche nazionali nonchè di alcuni Paesi stranieri, le molteplici sentenze di condanna pronunciate nei confronti del “signor” Battisti sono state eseguite, riaffermando, così, citando il filosofo Hegel, il diritto e, in ultima analisi, l’autorità dello Stato. Autorità, quest’ultima, lesa evidentemente con enorme allarme sociale dalla commissione allora di atroci reati contro la persona venati da aberranti giustificazioni di matrice comunista sconfitte, in primo luogo, dalla Storia. In sintesi, richiamando, da ultimo, sul punto, Fedor Dostoevskij, ai delitti di un criminale comune, convertito da cattivi maestri in spietato sicario proletario, è seguito un adeguato castigo a cui, si spera, come per lo studente Raskolnikov, si affiancherà un giorno anche un sincero pentimento di coscienza.

La seconda riflessione è, invece, di natura mediatica ed attiene al necessario rispetto della dignità umana. Che Cesare Battisti sia un pluriomicida, il quale spesso si è fatto pubblicamente beffa delle sue vittime, dei familiari delle sue stesse vittime e, di riflesso, di tutti gli Italiani onesti è, credo, un dato oggettivo e, tuttavia, anche nei suoi confronti è da invocare in senso lato l’art. 27, III comma, della Costituzione Repubblicana laddove è esplicitato che le pene “non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità” con ciò intendendosi anche il modo in cui il reo va trattato prima di entrare nella struttura carceraria ove espierà la sua colpa. Quindi, nessuna gogna mediatica, nessun video, specie se postato con incredibile superficialità e totale assenza di senso istituzionale sul suo profilo FB da un Ministro della Repubblica, possono concorrere a ledere il decoro e la dignità di un essere umano, persino quando quest’ultimo è un pericoloso delinquente recidivo e questo pure a monte della tutela apprestata in via generale dall’art. 10 c.c..

L’ultima considerazione, sia consentito, è assieme morale e politica. Quanti pseudo intellettuali radical chic, quanti uomini politici progressisti, italiani, francesi o brasiliani, faranno oggi mea culpa per aver sostenuto aprioristicamente negli anni a vario modo le ragioni di un criminale senza mai considerare, per converso, la profonda sofferenza fisica e spirituale dei prossimi congiunti di Andrea Santoro, di Pierluigi Torregiani, di Lino Sabbadin e di Andrea Campagna. Venne scritto nel volantino di rivendicazione degli omicidi Sabbadin e Torregiani che finalmente era stata posta fine alla “squallida esistenza” del macellaio veneto e del gioielliere lombardo: non fu, piuttosto uno squallido, esecrabile spettacolo quello che purtroppo misero in atto tutti i complici del condannato Battisti? Speriamo allora, da un lato, che detto evento in cui la Giustizia ha fatto finalmente il suo corso contribuisca a risvegliare (?) le coscienze ammorbate di pregiudizio ideologico di quanti si dimostrarono simpatizzanti o, peggio, correi del terrorista rosso e, dall’altro, che ci possa essere una riflessione più seria sui c.d. anni di piombo, al termine dei quali, per fortuna, lo Stato di diritto prevalse sui banditi rivoluzionari.

In ogni caso, valgano, infine, su tutto e tutti le parole piene di equilibrio e di pietas civica del figlio di Lino Sabbadin: “Non provo odio nei confronti di Battisti, ma solo gioia per mio padre.”.

– Avv. Raffaele Addamiano –