Droga che fare?
Ancora con noi l’avv. Rafaele Addamiano, sempre con argomenti di stretta attualità
Droga: che fare?
Il fenomeno della assunzione di sostanze stupefacenti è, purtroppo, uno dei problemi più rilevanti della nostra società, anche in ragione dell’aumento di nuove e potenzialmente letali tipologie di droghe sintetiche quali, ad esempio, l’Ecstasy, l’LSD, la Spice e la N-Bomb. Non a caso, nel biennio 2017-2018 vi è stato, rispetto al biennio precedente, a livello regionale veneto, un incremento del 2% dei reati collegati alle droghe (i.e. da 3.865 a 3.926) e tra i tanti fatti di cronaca nera riguardanti la Provincia di Belluno spesso si possono leggere sui quotidiani notizie relative ad operazioni di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti come quella che nel luglio dello scorso anno i Carabinieri hanno effettuato in tutta la Provincia e che, denominata “Action 2017”, ha portato all’arresto di 12 soggetti, al deferimento all’Autorità Giudiziaria di 48 persone ed alla identificazione di oltre 100 assuntori di cui 10 minorenni, testimoniando, così, appunto, la diffusione anche nel nostro territorio di quella che può essere definita una autentica piaga sociale.
Ad avviso di chi scrive, però, il pur fondamentale apparato criminal-repressivo di competenza delle Forze dell’Ordine e della Magistratura non è sufficiente, risultando, altresì, necessario, in un’ottica educativo-preventiva, fornire le più ampie informazioni, scientifiche e non, sugli effetti deleteri delle droghe, specie nei confronti dei più giovani, e tale compito è dovere primario delle famiglie, della scuola e, forse, soprattutto, delle Istituzioni di ogni ordine e grado.
In tal senso, quindi, gli Amministratori pubblici possono e devono fornire modelli educativi e stili di vita funzionali a prevenire e a contrastare l’uso di sostanze stupefacenti. Tra le molte modalità attraverso le quali raggiungere tali obiettivi civici in senso proprio vi è anche quello della sottoposizione volontaria degli stessi Amministratori a test anti-droga, così come proposto ed approvato all’unanimità il 14 febbraio 2019 dal Consiglio Comunale di Verona e così come proposto pochi giorni fa anche al Consiglio Comunale del Capoluogo Dolomitico. Trattasi, naturalmente, di test non obbligatori, ma solo facoltativi, che, però, se effettuati, rappresenterebbero un importante segnale nei confronti dei Cittadini diretto a dimostrare che i loro Amministratori sono coerentemente impegnati a fornire in pubblico ed in privato comportamenti esemplari, nonchè azioni funzionali alla lotta alle tossico-dipendenze.
In conclusione, quindi, senza alcuna pretesa di essere la panacea del male droga, questo piccolo, grande gesto è, probabilmente, un modo originale per marcare la distanza tra il lecito e l’illecito e per avvicinare in concreto la Politica alla gente.
– Avv. Raffaele Addamiano –