Una violenza inaudita

Commento dall’Avvocato Raffaele Addamiano

In dubio pro reo.

La recente, brutale uccisione del ventunenne Willy Monteiro Duarte merita, ad avviso di chi scrive, qualche breve riflessione a mente fredda.

n primo luogo, va detto che il colpevole o i colpevoli di tale atroce delitto meritano una punizione esemplare. Il sottoscritto è, infatti, da sempre per una pena certa e proporzionata alla effettiva gravità dei fatti illeciti accertati.

Ciò doverosamente premesso, va, altresì, ribadito che nel nostro ordinamento giuridico vige il principio liberale della presunzione di non colpevolezza dell’imputato sino alla condanna definitiva e ciò sulla base dell’art. 27, II comma, della Costituzione Repubblicana. Dunque, anche se il G.I.P. di Velletri ha disposto l’arresto in carcere per i fratelli Bianchi e per Mario Pincarelli, nonché gli arresti domiciliari per Francesco Belleggia, questa decisione non può e non deve essere assurta a giudizio finale insindacabile di responsabilità per i 4 soggetti testè citati. Un giorno ci sarà un processo, le prove a carico e a discarico saranno assunte nel pieno contraddittorio tra accusa e difesa sulla scorta dell’art. 111 della nostra Carta Fondamentale trattandosi, allo stato, di una provvisoria accusa di omicidio preterintenzionale (art. 584 c.p.: pena della reclusione da 10 a 18 anni) e non del più grave reato di omicidio volontario (art. 575 c.p.: pena della reclusione non inferiore ad anni 21).

In ogni caso, quel giusto processo non s’ha da fare sulla stampa o sui social networks dove i cosiddetti leoni da tastiera, spesso ignoranti e volgari, danno sfogo ai loro peggiori istinti forcaioli e giustizialisti. Il giudizio vero è solo ed esclusivamente quello celebrato nelle aule dei Tribunali, non su Facebook o a Quarto Grado!

Un’ultima annotazione più politica: qualcuno ha incredibilmente sostenuto che la condotta criminale attribuita ai quattro ragazzi di Colleferro è diretta figlia dei discorsi degli Onorevoli Salvini e Meloni e di trent’anni di televisione Mediaset: orbene, chiediamo a questi radical-chic da salotto di dimostrare in fatto e in diritto il nesso di causa tra le parole dei leaders del centro-destra italiano e la follia omicida dell’altra notte. Non è, forse, questa, una bieca e intollerabile strumentalizzazione politica di una vicenda che va ricondotta unicamente nell’alveo del crimine e, se vogliamo, dell’ignoranza mista a totale mancanza del rispetto della vita altrui? Lasciamo, quindi, stare stereotipi ideologici retrivi o, peggio, assurdi giudizi basati sui tatuaggi e sugli sguardi truci degli indagati e facciamo operare con serenità ed equilibrio la sola autorità preposta: la Magistratura.

Cons. Avv. Raffaele Addamiano