L’Affresco nella sede dell’ex Asilo di Paiane

Il progetto è stato realizzato grazie al supporto dell’Assicuratrice Valpiave, da sempre sensibile alla valorizzazione del patrimonio culturale locale. La loro sponsorizzazione ha assicurato anche la realizzazione di tutti gli Affreschi e graffiti voluti, ideati da Diego Rizzo ad Arsiè e dintorni,

Il Maestro Vico Calabrò insegna la tecnica dell’affresco a 80 alunni della scuola media di Canevoi

Vico Calabrò con l’aiutante Luciano Molaschi

Bravi i ragazzi della terza media Sandro Pertini di Canevoi
Grande Luciano Molaschi
Vincenzo
Vico Calabrò
Prof. Federico Palazzin

Il giorno 27 ottobre 2020 io e la mia classe, 3A, con la prof. De Pra e il prof Palazzin siamo andati a piedi fino a Paiane per fare un affresco sul tema i “giochi di una volta”. Dopo 20 minuti di camminata siamo arrivati alla scuola di musica di Paiane dove ci stava aspettando l’artista Vico Calabrò e il suo aiutante Andrea. La prima cosa che ci ha detto è che l’affresco è un’arte creativa e molto fantasiosa, non è importante se sbagliamo o “pasticciamo” un po’. Dopo di che ci ha spiegato un po’ cosa avremmo fatto e ci siamo messi al lavoro! 

Due ragazze sono salite sull’impalcatura con un foglio trasparente chiamato cartone per ricopiare il disegno che precedentemente Vico aveva progettato sul muro. Dopo ciò altri nostri due compagni sono andati dentro una stanzetta a prendere le misure che poi sarebbero servite per fare lo spolvero. 

Era ora il momento di mettere sul muro la malta! Azzedine e Thomas salivano sull’impalcatura, prepararono la malta fatta di sabbia e calce, e la misero sul muro facendo attenzione a non sporcarsi. Simone e Martino andarono su per fare lo spolvero, in pratica dovevano con il cartone ricopiare facendo la sagoma del disegno sul muro. Nel mentre Vico ci ha spiegato che i colori erano tutti in polvere e sarebbero diventati veramente colori quando ci avremmo inserito l’acqua, non troppa però. A quel punto era giunta l’ora di colorare! Salirono sull’impalcatura per prime Sara e Arianna che colorarono una ragazza che stava facendo la corsa col sacco. Dopo salirono altri ragazzi e per penultime io e la mia compagna Elena Mondin. Devo dire che pensavo fosse più difficile e più faticoso colorare invece è stato molto divertente, siamo state su un quarto d’ora e sarei stata anche di più! Dopo aver finito ci è stata offerta un’ottima merenda.

Siamo tornati in classe alle 12:30 e, dato che avevamo tempo, abbiamo parlato della giornata e messo un po’ di musica.

Mi è piaciuta particolarmente quella giornata perchè ho scoperto che fare l’affresco è divertente e affascinante.

Spero di rifarlo un’altra volta!  🙂

Serena

AFFRESCO A PAIANE

Martedì 27 ottobre la mia classe, ovvero la 3A, è andata in gita a Paiane a fare un affresco sul muro della scuola di  musica che un tempo era un asilo.

Siamo arrivati lì verso le 8:45 perchè siamo andati a piedi; ad aspettarci c’era Vico Calabrò, che è un famoso pittore bellunese ed esperto frescante, ed Andrea, un suo aiutante.

Appena arrivati il Prof Palazzin ha scelto me e Sara per iniziare i lavori,solo noi 2 perché sull’impalcatura non potevano stare più persone.

All’inizio siamo salite sull’impalcatura, che già di che già di per sé un’impresa, poi con un bastone abbiamo preso le misure del pezzo di muro che dovevamo affrescare.

Vico ci ha spiegato che l’affresco bisogna colorarlo un po’ alla volta perchè la malta su cui verrà applicato il colore deve essere bagnata e prima che si asciughi ci restano al massimo 2 ore di tempo.

Dopo aver preso le misure siamo andati in uno stanzino in cui c’erano degli enormi rotoli di carta per realizzare il cartone. Siamo quindi saliti sull’impalcatura e abbiamo

Vico nel frattempo ci ha spiegato che ricalcato il disegno, che era presente sul muro, sulla carta; perchè dopo aver messo la malta non si sarebbe più visto.

Una volta finito altre due persone hanno bagnato il muro d’acqua con un pennello e poi l’hanno ricoperto di malta che era composta da sabbia e calce.

Vico nel frattempo ci ha spiegato che i colori per affrescare sono composti da una sabbia mischiata ad una colla particolare.

Infine un po’ alla volta siamo andati su per dipingere in base alla nostra fantasia per questo, secondo me, è unico.

Verso le 10:30 è arrivata una signora che ci ha portato del tè tiepido e dei succhi di frutta alla pesca che erano molto buoni.

Alle 11 siamo rientrati a scuola facendo, però, il giro più lungo per non arrivare troppo presto.

Questa giornata è stata bellissima infatti spero che il prof. Palazzin organizzi altre attività simili perchè ne sarei veramente felice.

Arianna

Asia

L’incontro con l’artista

Venerdì 29/10/2020, noi ragazzi della III B, con la professoressa Fanelli e il professor Palazzin, ci siamo diretti a Paiane dove abbiamo creato un affresco.

Vico Calabrò, un famoso pittore che crea notevoli dipinti da 77 anni, ci ha illustrato delle informazioni interessanti su questo modo di dipingere, ormai non più usato, anche se è un’importante gloria italiana e si trovano solo qui. L’artista vorrebbe che la tecnica dell’affresco non fosse dimenticata, infatti ha iniziato a insegnarla agli interessati.

Vico Calabrò ha insegnato ad affrescare in circa 10 paesi! Realizzare gli affreschi è un lavoro molto impegnativo perché non si possono mai fare tanti giorni di pausa e per diventare bravi bisogna praticare la propria passione ogni giorno.

Quando si dipinge, racconta Vico Calabrò, è come mettere in bella copia un compito che, in quei momenti non c’è tempo per correggere.

Cos’è l’affresco?

L’affresco è una tecnica di pittura murale nella quale si dipinge sull’intonaco fresco. Esistono trentotto modi per dipingere (colori a tempera, acrilici, acquerelli, olio…) Per mantenere un affresco bisogna innaffiarlo ogni giorno per circa un mese.

Il nostro lavoro

Per creare un buon lavoro si devono disegnare le sagome e ricalcarle su un foglio di carta. Successivamente bisogna spalmare l’intonaco e affogare il muro d’acqua. (L’intonaco è una malta composta da 4 parti di calce e da 6 parti di sabbia fine.) Quando l’intonaco è pronto per essere colorato si deve “spolverare” il muro, cioè trasferire il disegno dal cartone sul muro. A questo punto si può iniziare a colorare. Nei colori usati c’è la calce e senza di essa la sabbia colorata non può dipingere.

RELAZIONE SULL’USCITA A PIANE PER LA REALIZZAZIONE

DELL’AFFRESCO CON VICO CALABRÓ

Il 29 ottobre 2020, noi ragazzi di 3°C, accompagnati dal Professore di arte e dalla Professoressa di italiano, siamo andati al vecchio asilo di Paiane, attualmente utilizzato come Scuola di Musica, per realizzare un affresco sotto la guida di Vico Calabrò.

Siamo partiti da scuola e siamo arrivati al luogo dell’incontro a piedi, percorrendo la ciclabile lungo la ferrovia e poi la strada provinciale passante davanti al teatro di Piane.

L’uscita era stata organizzata dal Prof. Palazzin per farci capire in maniera approfondita cos’è un affresco e come riconoscerlo.

L’attività per la mia classe è durata un’intera mattinata, ma la realizzazione dell’intero affresco ha impegnato i ragazzi delle classi terze della Scuola di Canevoi per ben quattro mattinate.

Ad aspettarci a Paiane c’era Vico Calabrò, un pittore di professione. Calabrò è nato ad Agordo (BL) nel 1938 e attualmente risiede a Caldogno (VI). Fin da piccolo esternò la sua passione per il disegno. Dopo studi scientifici iniziò a dedicarsi pienamente alla pittura e verso il 1961 ebbe come maestro Bruno Saetti che lo accolse nella sua casa di Montepiano sull’Appennino. Compie svariati viaggi in Spagna e a Parigi. Per sedici anni fu coordinatore artistico dei murales di Cibiana di Cadore (BL). Attualmente segue tre centri di studio e di pratica dell’affresco: la Casa degli affreschi a Facen di Pedavena (BL), il Festival Fresku di Zamosc e l’Associazione Culturale per l’Affresco patrocinata dal Rotary Club International ed operante in diversi Paesi.

L’obiettivo di questa attività era quello di far capire a noi ragazzi come viene realizzato un affresco. Abbiamo anche potuto conoscere Vico Calabrò e conoscere come è iniziata la sua passione per il disegno e la pittura.

Arrivati nel luogo dell’incontro ci siamo seduti su delle panche e da lì abbiamo subito iniziato ad ascoltare le parole di Vico Calabrò. Ha esordito immediatamente dicendo che l’affresco si dipinge su muro e che questo deve essere fresco, cioè intonacato. L’intonaco si crea aggiungendo sei parti di sabbia lavorata, quattro parti di calce e dell’acqua. L’affresco si realizza sull’arriccio, che è il muro grezzo, cioè la parte dove c’è la prima parte di intonaco. Per dar vita al nostro affresco abbiamo per prima cosa creato la sinopia, ovvero il bozzetto del disegno. Successivamente abbiamo fatto il calco, derivato da “cartone”: bisogna prendere un pezzo di carta lucida e ricalcare il disegno realizzato prima. In seguito abbiamo bagnato la parte di muro che avremmo dovuto utilizzare e l’abbiamo intonacata. In questa fase siamo stati aiutati da un muratore, il Signor Luciano. Per vedere se si poteva iniziare a dipingere abbiamo dovuto “toccare” la malta, se restava il segno della mano significava che dovevamo aspettato ancora. Dopo aver atteso che il muro fosse pronto, due ragazzi sono andati sull’impalcatura per fare lo spolvero. In questa fase si mette la carta lucida sul muro intonacato e si calcano i contorni del disegno, cioè si trasferisce il disegno, con una punta di una matita, o il retro di un pennello. Dopo ciò, a due a due, siamo saliti a dipingere le varie figure. Per fare un affresco bisogna usare dei determinati colori. Abbiamo provato a menzionarne alcuni; Vico Calabrò ci ha insegnato che i colori hanno un nome e un cognome; per esempio ci ha raccontato la “storia” del color magenta, il quale ha preso questo nome per ricordare un uomo che si chiamava Magenta che ha ucciso molte persone. Vico Calabrò ci ha anche spiegato da dove derivano alcuni colori, per esempio il carminio, che è un rosso, è prodotto da un animaletto, oppure la robbia è creata dalle radici di un vegetale. Abbiamo anche capito che ogni colore ha 58 sfumature diverse. Dopo aver continuato a provare a cercare dei colori che potessero andare bene per realizzare il nostro affresco abbiamo scoperto che gli unici colori che esso accetta sono quelli minerali, cioè terra colorata, sciolta nell’acqua.

Successivamente abbiamo diviso la realizzazione dell’affresco in due parti: il termine specifico è giornate. Queste superfici si possono realizzare durante una, due, tre o anche più giorni, in base al tempo che si impiega per lavorare.

Per me l’attività è stata molto bella e istruttiva. Il fatto di farci provare l’arte dell’affresco è stato molto interessante e emozionante, perché quando è la persona stessa a fare una determinata cosa, la si impara più velocemente e anche in modo più costruttivo. Anche il fatto di farci insegnare questa tecnica da una persona che fa l’affreschista di professione, dà una sfumatura in più al nostro conoscere.

Consiglierei di riproporre l’esperienza anche alle altre classi perché è un’attività molto istruttiva. Il fatto che siamo noi ragazzi a realizzare l’affresco fa in modo che possiamo imparare più facilmente questa tecnica e memorizzarla meglio. È un’attività molto coinvolgente perché non è il professore che ci spiega quest’arte in classe, ma una persona che fa questo di lavoro e lo fa proprio sul posto.

AFFRESCO CON VICO CALABRÓ

Il giorno 28 Ottobre, con la mia classe, siamo andati alla scuola di musica di Soccher. L’uomo che ci aspettava era Vico Calabrò, un individuo alto, di 82 anni con in testa un cappello, famoso per le sue pitture ed i suoi affreschi.

Ci siamo seduti e il maestro ha iniziato a fornirci informazioni importanti su come affrescare una parete: il muro deve essere idoneo all’affresco, per esempio se il muro è costruito in cemento, non si può dipingere. Per questo motivo durante la realizzazione del dipinto deve esserci una persona con competenze edili a disposizione.

Calabrò ci ha fatto capire che il suo lavoro non è per niente facile: si lavora per moltissime ore senza avere un orario preciso in cui fare il pranzo oppure la merenda. Il pittore può prendersi una pausa solamente quando il muro non assorbirà più il colore. Al termine della spiegazione del maestro, due compagni sono andati a disegnare la sagoma dell’affresco, mentre il resto della classe a gruppi di 4 persone è salita sull’impalcatura a dipingere l’affresco. È stato molto divertente ed emozionante dipingere una cosa che poi sarebbe durata nel tempo.

Durante la sua spiegazione il pittore è riuscito ad esprimere la sua passione per l’arte.

La cosa che mi ha maggiormente stupito e impressionato è quando ci ha rivelato che gli affreschi sono solo e unicamente italiani. Quelli presenti in giro per l’Europa li hanno fatti tutti gli italiani. Un uomo in gamba, da ammirare a mio parere. Nonostante la sua età è ancora un uomo molto sveglio, che non pensa certo in negativo ai suoi ultimi anni di vita ma al contrario è ancora molto proiettato verso il suo futuro e a quello che potrà fare. Sarebbe bello arrivare alla sua eta’ con la stessa vitalità ed energia. Mi piace anche il fatto che il suo lavoro è diventata la sua vita, non è uno che ha voglia di fare il pensionato…lo ammiro per questo.

Fabio

Mercoledì 28 ottobre la nostra classe insieme ad alcuni professori si è recata a Paiane per conoscere e passare la mattinata insieme al Maestro Vico Calabrò.

All’inizio, appena arrivati, ci ha raccontato come era iniziata la sua passione per l’affresco e ci ha spiegato come si fa ad affrescare un muro.

La parola affresco è composta da: A FRESCO, quindi la parola spiega che bisogna dare il colore quando il muro è ancora fresco.

La malta è formata da sabbia fine lavata e calce, bisogna ricordarsi che per la preparazione del muro serve più sabbia che calce; ad esempio se metti sei parti di sabbia, ne devi aggiungere quattro di calce.

Poi ci ha spiegato che bisogna trovare il muro adatto per quel tipo di lavoro: “bisogna vedere se il muro è disposto ad affrontarlo”, perché è lui che decide se è pronto o meno”; per saperlo dopo aver applicato la malta, bisogna toccare la parete con il dito e se ti rimane l’impronta sul polpastrello vuol dire che non è ancora ben asciutto, pertanto è necessario aspettare.

Dopo che ci ha raccontato un po’ della sua passione e di come si forma la malta per poi applicarla, ci ha fatto finalmente lavorare manualmente.

Ci siamo arrampicati sopra all’impalcatura due persone alla volta e un signore di nome Luciano, che aiutava Vico nel lavoro, ci indicava come farlo.

Il maestro Calabrò ci diceva da sotto l’impalcatura se quello che stavamo facendo era fatto bene; lui aveva già fatto la bozza sul muro con un mio disegno che il professor Palazzin ci aveva chiesto di eseguire lo scorso anno, sul tema “I giochi di un tempo”.

Noi abbiamo dovuto ricaricarlo con la carta lucido e poi l’abbiamo colorato con gli acquarelli.

Verso le 11 la mamma di Vincenzo ci ha portato le pizze per fare merenda e anche una torta che sono state entrambe molto apprezzate.

Questa esperienza per me totalmente nuova mi è piaciuta davvero tanto; è una di quelle cose che bisogna provare per credere, mi ha fatto ancora più piacere sapere che una parte di me rimarrà nella storia di quel vecchio asilo.

Federica

USCITA A PAIANE

Il 27 ottobre io e la mia classe siamo partiti da scuola alle 8 per andare a Paiane dove abbiamo fatto un affresco che raffigura i nostri disegni svolti durante la quarantena sui giochi di una volta.

Arrivati alla Scuola comunale di musica ci stava aspettando un pittore di nome Vico Calabrò.

Dopo essersi presentato, Vico ci ha spiegato un po’ come si faceva un affresco e le varie tecniche e strumenti per farlo.

Finita la spiegazione l’aiutante di Vico, Andrea, ha fatto salire due ragazze scelte dal pittore per fare il cartone, un foglio di carta trasparente calcato dalla sinopia.

Successivamente altri due ragazzi sono saliti sull’impalcatura per ricoprire l’affresco con l’intonaco formato di calce e sabbia, finito di ricoprire il muro Andrea ha di nuovo bagnato la parete per poi farci sopra un altro strato di intonaco.

Dopo aver finito di ricoprire il muro era arrivato il momento di fare lo spolvero, io e un mio compagno siamo saliti sull’impalcatura e arrivati alla fine di essa ci aspettava Andrea con un pennello e il cartone dove era segnato l’affresco per iniziare lo spolvero (solchi fatti con la punta del manico di un pennello che indicano la forma del disegno).

La fase finale per completare un affresco è pitturarlo con dei colori a polvere che vengono da vegetali, dalla terra e dai prodotti chimici perciò, altri miei compagni sono saliti nell’impalcatura per concludere il bellissimo lavoro svolto.

Questa esperienza a parer mio è stata molto bella e devo dire che mi sono davvero divertito a fare la mia parte, ancora adesso mi chiedo perché appena arrivati a Paiane non volevo partecipare, invece mi sono ricreduto e credo che bisogna sempre provarci in qualsiasi situazione ci si trovi davanti per poter avere un bagaglio di informazioni e esperienze.

Kevin